In breve,per affittare su airbnb serve partita iva? La risposta è, non sempre. Vediamo i diversi casi specifici:
- Quando non serve la partita IVA: Se affitti occasionalmente, gestisci al massimo 3 appartamenti, offri solo servizi di base, effettui le pulizie solo alla fine del soggiorno e osservi un periodo di chiusura annuale, puoi operare senza partita IVA.
- Quando serve la partita IVA: Se l’affitto è continuativo, gestisci più di 3 appartamenti, offri servizi aggiuntivi e tieni aperta l’attività tutto l’anno senza interruzioni, è obbligatorio aprire una partita IVA.
Chiunque decida di mettere la propria casa o appartamento su Airbnb si pone la fatidica domanda: con Airbnb bisogna avere partita IVA o no? Aprire Airbnb partiva IVA spaventa un po’, perché di solito la si associa a una serie di adempimenti burocratici da eseguire personalmente o per il tramite di un commercialista e, quindi, a un aumento inevitabile delle spese e delle complicazioni.
Abbiamo messo insieme alcuni fatti indiscutibili e alcune opportune considerazioni per chi decide di lavorare con Airbnb. Speriamo che possano esserti di aiuto per prendere una decisione più informata!
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Cos’è la partita IVA
Spiegazione d’obbligo, perché non tutti sanno esattamente di cosa si tratta. La P.IVA è un numero che identifica in modo univoco un’attività e la persona che ne è il titolare, fornendo un collegamento sia col fisco che con la previdenza sociale. Attraverso lo strumento della partita IVA, l’imprenditore o il professionista dichiara gli introiti e versa, conseguentemente, le imposte e i contributi allo stato.
Non tutti hanno necessità di “aprire” la partita IVA. I lavoratori dipendenti, ad esempio, percepiscono uno stipendio sul quale sono già decurtate le tasse e i contributi, quindi non ne hanno bisogno, mentre servirà all’azienda o all’ente o all’associazione presso cui i dipendenti lavorano.
La partita IVA può essere richiesta presso l’Agenzia delle Entrate, di persona o sul sito, ed è gratuita. Non è gratuito, invece, l’aiuto del commercialista, figura necessaria per tenere con competenza e puntualità la gestione della partita IVA e soprattutto, capire per il tuo caso specifico se devi aprire la partita IVA pe Airbnb oppure no.
La partita IVA serve, in pratica, solo a coloro che svolgono un’attività autonoma. Ma non basta: tale attività deve essere anche continua e abituale.
Ed ecco che entra in ballo la domanda se per il tuo lavoro su Airbnb serve partita IVA…
Per Airbnb bisogna avere partita IVA?
Se la tua attività si limita a un affitto occasionale della casa o appartamento (o case/appartamenti, fino a un massimo di 3) allo scopo di integrare un reddito principale, non è necessario aprire la partita IVA. La tipologia di lavoro rientra infatti in quelle categorie per cui l’apertura della P.IVA non è obbligatoria, non essendo “continuo e abituale”.
Cerchiamo di chiarire meglio quando va bene Airbnb senza aprire partita IVA:
- se non affitti in modo continuo e abituale PIÙ di 3 case/appartamenti;
- se non offri servizi aggiuntivi (servizio di trasferimento da e per l’aeroporto, noleggio lettini sulla spiaggia, visite guidate, colazione, ecc.) ma solo quelli base (biancheria, sapone, wi-fi);
- se non fai pulizie quotidiane ma solo quelle alla fine del soggiorno dell’ospite;
- se osservi un periodo di chiusura annuale (non tutte i comuni lo richiedono, è bene che tu controlli).
Se rientri in questa tipologia, puoi tranquillamente lavorare su Airbnb senza partita IVA e godere di alcuni vantaggi fiscali, come l’utilizzo della “cedolare secca”, una burocrazia semplificata e anche meno regole relative agli immobili da affittare.
Non aprire partita IVA per Airbnb può anche essere un buon sistema per “tastare il terreno”, prima, e vedere se il lavoro ti piace davvero prima di buttartici a capofitto.
Lavorare su Airbnb senza partita IVA: cedolare secca o IRPEF?
Che tu scelga di lavorare su Airbnb con Partita IVA o Airbnb senza partita iva, purtroppo, le entrate vanno sempre dichiarate al fisco.
Se rientri in una delle categorie elencate sopra, puoi lavorare su Airbnb senza partita IVA e godere di alcuni vantaggi fiscali, come l’utilizzo della tassazione con cedolare secca, una burocrazia semplificata con tassazione che va dal 21%b al 26%.
In alternativa, potresti affittare su airbnb senza partita iva rientrando nel regime di tassazione ordinaria IRPEF . La scelta della cedolare secca o della tassazione IRPEF dipende dal tuo caso specifico ed è sempre meglio valutare le opzioni con il tuo commercialista di fiducia.
Per Airbnb serve partita IVA? In che occasioni?
Andiamo per esclusione: la partita IVA per Airbnb servirà se il tuo lavoro si configura come “continuo e abituale”, ovvero è il tuo lavoro principale, quello che fai per vivere.
In questo caso potrai anche:
- Affittare più di 3 appartamenti/case;
- Offrire servizi aggiuntivi;
- Tenere aperta l’attività per tutto l’anno, senza interruzioni.
Ma dovrai comunque esporre il listino prezzi nella tua casa, acquistare un’assicurazione ed emettere obbligatoriamente fattura .
Si tratta di una tipologia da gestire con più attenzione e per la quale serve, per forza di cose, appoggiarsi a un commercialista. Solo questa figura, infatti, può permettere la gestione corretta dei numerosi adempimenti burocratici e fiscali che la partita IVA porta con sé.
Cosa dice Airbnb delle partite IVA
Anche Airbnb differenzia gli host con partita IVA dagli altri, dichiarando che, per il pagamento delle commissioni alla piattaforma OTA, “puoi aggiungere il tuo numero di partita IVA se sei un host di professione o un ospite che paga utilizzando il metodo di pagamento del proprio datore di lavoro”. Ovviamente, quest’ultima parte si riferisce agli ospiti che viaggiano per lavoro e che necessitano di fattura da scaricare.
La partita IVA è conosciuta con nomi diversi ma esiste in molti altri paesi del mondo, ed è solo logico che Airbnb desideri chiarire prerogative e obblighi per questa categoria di host e di clientela, che tra l’altro è in aumento perché sempre più persone stanno scoprendo i vantaggi di lavorare in questo settore o di utilizzarne anche per lavoro.
Airbnb fattura con partita IVA
Come detto in precedenza, tra gli obblighi di chi gestisce il proprio lavoro con Airbnb a livello professionale, e quindi con partita IVA, c’è anche quello di emettere fattura al pagamento o alla partenza degli ospiti.
La fattura Airbnb deve riportare:
- Data di emissione
- Numero progressivo
- Dati di chi emette la fattura (nome e cognome del titolare o ragione sociale della società con residenza o domicilio)
- Numero di partita IVA di chi emette la fattura
- Natura, qualità o quantità dei servizi prestati
- Data in cui sono stati prestati i servizi, che può essere diversa dalla data di emissione
- Aliquota, ammontare di imposta e imponibile (si arrotonda al cent. di €)
Dal 1° gennaio 2019 è comunque obbligatoria l’emissione della fattura elettronica, che rende più semplice gran parte degli adempimenti dell’host. Attenzione, però: non sarà obbligatorio emettere la fattura elettronica se la tua contabilità è in regime forfettario, o agevolato, oppure se il tuo ospite non risiede in Italia. Anche in questo caso, il supporto di un commercialista è indispensabile.
FAQ: le 7 domande frequenti su Airbnb partita IVA
1. Posso affittare su Airbnb senza partita IVA?
Sì, è possibile affittare su Airbnb senza partita IVA se l’attività è occasionale e rispetta i criteri menzionati sopra, di cui:
- Affitti in modo occasionale e non continuativo fino a un massimo di 3 appartamenti/case
- Offri solo servizi di base come biancheria, Wi-Fi, sapone, ecc. senza servizi aggiuntivi
- Fai le pulizie solo alla fine del soggiorno e non quotidianamente
- Osservi un periodo di chiusura annuale (da verificare con il proprio comune)
In questi casi, l’attività non è considerata “continua e abituale” e puoi operare come persona fisica, godendo di alcuni vantaggi fiscali come la cedolare secca.
2. Quanti appartamenti posso affittare senza partita IVA?
Generalmente, puoi affittare fino a 3 appartamenti senza necessità di aprire partita IVA.
3. Devo aprire la partita IVA se offro la colazione?
Se offri la colazione o altri servizi aggiuntivi in modo continuativo, è probabile che tu debba aprire partita IVA. Verifica con il tuo comune e il tuo commercialista in quale categoria rientra la tua attività (ad esempio, se hai aperto un’attività di b&b)
4. Come funziona la tassazione senza partita IVA?
Senza partita IVA, puoi optare per la cedolare secca (aliquota del 21% o 26% in alcuni casi) o dichiarare i redditi nell’IRPEF.
5. Cosa succede se supero il limite di 3 appartamenti?
Se superi il limite di 3 appartamenti, l’attività si configura come imprenditoriale e dovrai aprire partita IVA.
6. Posso passare da persona fisica a partita IVA in un secondo momento?
Sì, puoi iniziare come persona fisica e aprire partita IVA in seguito se la tua attività cresce o cambia.
7. Ci sono sanzioni se non apro la partita IVA quando dovrei?
Sì, operare senza partita IVA quando sarebbe necessaria può comportare sanzioni fiscali fiscali da parte dell’Agenzia delle Entrate.
Quindi: Partita IVA Airbnb sì o no?
Come al solito, tutto dipende dalla tua scelta, che a sua volta dipende dalla tua situazione contingente. Se già lavori e guadagni bene, è logico che tu prediliga una gestione del tuo immobile senza partita IVA: più comoda, meno impegnativa, ti lascia i tuoi spazi per le ferie e per riposare.
Se invece hai un lavoro part-time o ti stai guardando intorno alla ricerca di qualcosa da fare (e, naturalmente, hai una casa o appartamento a disposizione in permanenza, ma questo va da sé!) dovresti prendere seriamente in considerazione la gestione “professionale” del tuo Airbnb, aprendo quindi partita IVA e mettendoti in regola sotto tutti gli aspetti.
Considera comunque che, per quanto tu possa informarti ed essere aggiornato, l’apertura di partita IVA prevede inevitabilmente che ti appoggi a un commercialista per tutti gli adempimenti del caso.
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