Tra panettoni e pandori, gli affitti brevi sono stati i protagonisti delle notizie, ormai anche in tv.
Infatti, dicembre non ha risparmiato sorprese per il settore turistico extralberghiero. Tra l’inizio del Giubileo, nuovi controlli in tutta Italia (non solo a Roma) e discussioni su self check-in e tasse di soggiorno, il futuro degli affitti brevi appare ricco di cambiamenti. In questo articolo, abbiamo raccolto le principali novità degli ultimi giorni di dicembre e il loro impatto per il 2025.
Self check da remoto: quale futuro?
La notizia più discussa riguarda la rimozione delle keybox in tutta Italia e l’obbligo di check-in in presenza. La circolare del Ministero dell’Interno del 18 novembre 2024 ha di fatto chiarito la ratio dell’articolo 109 TULPS, obbligando i gestori di strutture ricettive a verificare di persona l’identità degli ospiti al momento del check-in.
A seguito di questa circolare, è scoppiata una vera e propria “guerra” contro le keybox, controlli a tappeto della polizia locale e non sono mancati alcuni casi di atti vandalici da parte di cittadini. Questo cambiamento ha sollevato molte perplessità tra gli operatori del settore, che si vedono costretti a modificare le loro modalità di accoglienza.
Fortunatamente, professionisti e associazioni di settore come AIGAB si stanno battendo con ogni mezzo per difendere il modello di self check-in da remoto, portando la questione al centro del dibattito in Parlamento. Nonostante le difficoltà, un barlume di speranza sembra esserci. La Ministra del Turismo, Daniela Santanché, ha dichiarato che “la tecnologia può aiutarci a trovare alternative migliori”.
Nella sulla ultima intervista riguardo questo argomento, la ministra ha difeso gli affitti brevi, sottolineando che in molte località, in particolare nei piccoli borghi italiani, gli affitti brevi sono essenziali per attrarre turisti, vista la scarsità di altre strutture ricettive. Tuttavia, Santanché ha anche ammesso che le keybox non sono la soluzione ideale, né dal punto di vista estetico né per quanto riguarda la sicurezza. Sebbene non escluda l’uso della tecnologia per trovare soluzioni alternative, ha chiarito che l’identificazione degli ospiti rimane un punto fondamentale, secondo quanto previsto dalla legge.
In questo senso, sarà fondamentale continuare a monitorare la situazione e adottare eventuali correttivi con buon senso.
Nuovi codici ATECO per l’extralberghiero
La nuova classificazione dei codici ATECO 2025, che entra in vigore il 1° gennaio 2025 e sarà operativa dal 1° aprile 2025 introduce nuovi codici per le attività legate al settore turistico, con un focus sui property manager, le case vacanze, i B&B, e altre categorie simili. Ecco i principali dettagli:
- Per i property manager: viene introdotto un nuovo Codice ATECO 55.40.00. Questa è la vera novità per una categoria che fino ad ora rientrava in altri codici come ad es. amministratori di condominio o agenzie di prenotazione).
- CAV (case vacanze): viene introdotto nuovo codice ATECO 55.20.42 valido per per i servizi di alloggio in camere, case e appartamenti per vacanze, che include anche gli affittacamere (che spariscono come termine dalla classificazione).
- Bed & Breakfast: il codice 55.20.41 è specificamente destinato ai Bed and Breakfast, separandoli così dalle case vacanze.
- Locazione Turistica: ancora in fase di definizione
La nota importante di questa novità è che i gestori e host con partita IVA dovranno aggiornare il loro codice Ateco per le dichiarazioni dei redditi di giugno 2025.
Continueremo ad approfondire l’argomento in un articolo dedicato ai Codici Ateco e in un webinar gratuito per chiare ogni dubbio in diretta il 20 gennaio 2025 alle ore 18:00. Pubblicheremo a breve maggiori informazioni al riguardo.
CIN in dichiarazione e legge di Bilancio 2025
Ad oggi, oltre il 78% degli operatori del settore ha ottenuto il Codice Identificativo Nazionale (CIN), un passo fondamentale verso la regolarizzazione degli affitti brevi. Chi ancora non lo ha ottenuto sta provvedendo, ma c’è anche chi, soprattutto per attività occasionali, sta considerando l’opzione di passare agli affitti a lungo termine. In ogni caso, la normativa sta diventando sempre più stringente: Airbnb ha annunciato che rimuoverà gli annunci di chi non espone il CIN online, e i controlli da parte delle forze dell’ordine sono iniziati, soprattutto nelle grandi città come Roma e Milano.
Ma c’è un’ulteriore novità portata dalla Legge di Bilancio 2025, da quest’anno, il CIN dovrà essere presente ufficialmente in fase di dichiarazione dei redditi. Una misura che rafforza l’obbligo di registrazione e tracciamento per la lotta contro le locazioni a nero.
Infine, a Legge di Bilancio 2025 introduce altre misure rilevanti per il settore del turismo, come incentivi per le strutture eco-friendly, che sono sempre più al centro dell’attenzione, e fondi destinati a digitalizzare i processi di prenotazione con software e siti web. L’obiettivo è incentivare la modernizzazione del settore, migliorando l’efficienza e l’accessibilità delle strutture ricettive, e supportando la transizione verso un turismo più sostenibile.
Aumento tasse di soggiorno Napoli e grandi città
La Giunta comunale, su proposta dell’assessore al Bilancio Pier Paolo Baretta, ha approvato una revisione delle tariffe dell’imposta, in vista dell’importante evento del Giubileo del 2025 che renderà la città un polo di attrazione per milioni di pellegrini. E così, a partire dal 1° marzo 2025, le tariffe della tassa di soggiorno a Napoli subiranno un aumento significativo.
In particolare, la tassa di soggiorno subirà i seguenti aumenti:
- Strutture alberghiere: +1 euro
- Strutture extralberghiere: +1,50 euro
- Locazioni brevi: +2 euro
Le nuove tariffe per il pernottamento in strutture di alta categoria saranno quindi le seguenti:
- Hotel 5 stelle e 5 stelle lusso: 6 euro
- Hotel 4 stelle: 5,50 euro
Queste modifiche saranno in vigore dal 1 marzo 2025 fino al 31 dicembre 2025, grazie a una deroga al tetto massimo di 5 euro per le città capoluogo, concessa dalla legge in occasione del Giubileo. A partire dal 1° gennaio 2026, le tariffe torneranno alla cifra massima di 5 euro al giorno.
L’aumento delle tariffe è destinato a generare un incremento stimato del gettito pari a 9 milioni di euro, che verranno utilizzati per migliorare l’offerta di servizi pubblici e infrastrutture a beneficio dei turisti e dei cittadini.
Questa iniziativa rientra in un contesto più ampio di revisione delle tasse di soggiorno, che sta interessando anche altre grandi città italiane, dove l’aumento delle presenze turistiche, unitamente alla necessità di rispondere alle sfide di un turismo in continua evoluzione, ha portato a un adeguamento delle imposte.
Prepararsi al 2025
Tra regolamentazioni più stringenti ma anche opportunità fiscali il 2025 rappresenta sia una sfida che una possibilità per crescere.
Con l’aiuto di strumenti come software di gestione e un occhio attento alle normative, gli host possono affrontare il futuro con fiducia. Adattarsi ai cambiamenti sarà la chiave per continuare a prosperare in un mercato sempre più competitivo ma ancora redditizio.