Nell’aria si sente il profumo dei dolcetti autunnali, che ci fanno già pensare alle feste in arrivo, forse un po’ troppo in anticipo. Ma almeno per il Codice CIN possiamo tirare un sospiro di sollievo: chi non l’ha ancora ottenuto avrà tempo fino a gennaio 2025. La scadenza è stata infatti prorogata, grazie anche alle tante richieste da parte delle associazioni di settore.
In questo articolo, facciamo il punto della situazione sulle principali novità del mese per gli affitti brevi e il settore extralberghiero in Italia, dando uno sguardo anche alle OTA (Online Travel Agencies) e al panorama internazionale.
Proroga per ottenere il Codice CIN al 1 gennaio 2025
Il Ministero del Turismo, attraverso una nota ufficiale sul suo sito, ha annunciato la proroga del termine per ottenere il Codice CIN (Codice Identificativo Nazionale) al 1° gennaio 2025 per tutte le strutture ricettive italiane, sia alberghiere che extralberghiere.
La scadenza originaria, fissata per il 2 novembre 2024, è stata spostata anche grazie alle tante richieste presentate dalle associazioni di categoria, che avevano evidenziato le difficoltà nel rispettare la scadenza originale e chiesto una proroga fino a marzo 2025.
Sebbene questa estensione rappresenti una maggiore flessibilità normativa, è fondamentale per gli operatori del settore non attendere l’ultimo momento per mettersi in regola. Infatti, a partire dal 2 gennaio 2025, le strutture sprovviste di CIN rischieranno sanzioni anche molto salate! Ecco i principali rischi per chi non rispetta la normativa sul Codice CIN:
- Locazione di un immobile senza CIN: multa da 800 a 8.000 euro.
- Mancata esposizione del CIN negli annunci: sanzione da 500 a 5.000 euro.
- Inadempienze alle norme di sicurezza: in questo caso, oltre alla mancata assegnazione del CIN, il proprietario potrà incorrere in una sanzione che varia da 600 a 6.000 euro.
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Airbnb e la nuova rete di Co-Host: più semplice affittare senza gestire in prima persona
Airbnb ha recentemente lanciato un’iniziativa che segna una vera e propria svolta nel mercato degli affitti: la creazione di una rete di co-host. Questa novità risponde a una richiesta crescente da parte dei proprietari di immobili che vogliono semplificare il processo di affitto e gestione delle loro proprietà sulla piattaforma.
Con questa novità di Airbnb, i proprietari di immobili possono affittare le loro strutture senza doversi occupare direttamente della gestione quotidiana che ne comporta, quindi ad esempio come il check-in, le pulizie e la comunicazione con gli ospiti.
Chi sono i co-host?
I co-host sono esperti del settore che in questo caso già utilizzano e sanno come sfruttare al massimo Airbnb, e offrono supporto ai proprietari in diverse attività, garantendo così una gestione efficiente e professionale.
Fonte della foto: Airbnb
Questa soluzione è particolarmente vantaggiosa per chi ha poco tempo da dedicare alla gestione degli affitti, rendendo possibile affittare anche senza essere presenti. Inoltre, i co-host possono offrire una conoscenza approfondita del mercato e delle best practices, aumentando così le possibilità di ottenere recensioni positive e ottimizzare l’esperienza degli ospiti. Difatti, per accedere a questo programma e diventare co-host, gli host devono soddisfare alcuni requisiti: avere recensioni positive una valutazione media di almeno 4,8 e aver già gestito almeno 10 prenotazioni su Airbnb nell’ultimo anno, sia come host che come co-host.
Infine, è vero che i compensi verranno divisi direttamente sulla piattaforma, tuttavia, è sempre consigliabile stipulare un contratto di mandato con il property manager e affidarsi alla consulenza legale per tutelare se stessi e le proprie proprietà!
Condominio e affitti brevi: cosa sta succedendo in Spagna
In Italia, non esiste una legge nazionale che vieti gli affitti brevi nei condomini, a meno che non sia espressamente specificato nei regolamenti condominiali o sia comunque rimandato a normative regionali e locali. Tuttavia, la situazione in Spagna sta evolvendo e potrebbe servire da esempio per il nostro Paese.
Qualche settimana fa, la Corte Suprema spagnola ha emesso una sentenza storica che riconosce i diritti dei residenti riguardo agli affitti brevi. Questa decisione consente ai condomini di imporre divieti sugli affitti turistici all’interno dei loro edifici, offrendo così maggiore controllo ai proprietari di casa sui potenziali disturbi causati dai turisti.
La sentenza stabilisce chiaramente che i diritti di utilizzo degli spazi comuni e la tranquillità degli abitanti devono essere tutelati. Questa nuova direttiva rappresenta un passo importante verso un equilibrio tra le esigenze del settore turistico e il diritto dei residenti a vivere in un ambiente sereno.
Con l’aumento della popolarità degli affitti brevi, le tensioni tra turisti e residenti sono diventate sempre più evidenti. Le amministrazioni locali e i proprietari di immobili dovranno ora navigare in un contesto normativo in evoluzione, che considera non solo le opportunità offerte dagli affitti brevi, ma anche i legittimi diritti delle comunità locali.
Questa evoluzione potrebbe stimolare un dibattito simile anche in Italia, dove i condomini e i residenti potrebbero chiedere maggiore protezione contro le problematiche legate agli affitti brevi.
Il governo portoghese revoca le restrizioni sugli affitti brevi
Restando nella penisola iberica, la situazione in Portogallo sta prendendo una direzione ben diversa rispetto al resto d’Europa e all’Italia, dove la normativa sugli affitti brevi tende a diventare sempre più stringente. Infatti, il nuovo governo portoghese ha recentemente deciso di revocare le restrizioni sugli affitti brevi, segnando un cambiamento significativo nella regolamentazione del settore turistico del Paese.
Questa decisione è stata accolta con favore da molti proprietari di immobili e operatori del settore, preoccupati per le misure restrittive introdotte in precedenza. La revoca delle restrizioni mira a stimolare il mercato degli affitti brevi, incoraggiando gli investimenti nel settore turistico e aumentando le opportunità di reddito per i proprietari.
Tuttavia, dall’altro lato, i cittadini protestano contro questa decisione sperando che che il governo mantenga un equilibrio tra le esigenze degli affitti brevi e il diritto dei residenti a vivere in un ambiente tranquillo e sicuro. In particolare, richiedono un diritto equo tra i cittadini, assicurando che il costo degli affitti rispecchi la situazione economica del Paese.
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Durante il webinar gratuito insieme al dott. Commercialista Sergio Lombardi, consulente fiscale e legale per il settore extralberghiero e Presidente dell’Osservatorio sul Turismo dell’Ordine dei Dottori Commercialisti di Roma, abbiamo affrontato diversi temi cruciali per gli operatori del settore degli affitti brevi. I temi principali sono stati il Codice CIN, spiegando cos’è, perché è importante e come ottenerlo. Abbiamo anche parlato della proroga al 2025, fornendo informazioni su cosa c’è da sapere e su come prepararsi al meglio per affrontare le nuove normative.
Non è mancata la discussione sui requisiti di sicurezza, con focus sui diversi obblighi per le varie tipologie di affitti turistici, essenziali per garantire la sicurezza degli ospiti e il rispetto delle normative vigenti. Infine, abbiamo dedicato un segmento alla chiarificazione delle domande poste dai partecipanti, offrendo risposte pratiche e consigli utili per affrontare le sfide quotidiane del settore.
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Ci vediamo il prossimo mese!
Ci vediamo il prossimo mese! Chiudiamo un altro mese con la consapevolezza che il settore extralberghiero e degli affitti brevi è in continua evoluzione e che la preparazione è fondamentale per affrontare le sfide future.
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