Che cos’è la tassa di soggiorno? Quali obblighi hanno i proprietari e gestori di strutture ricettive? A quanto ammonta questa imposta? Se sei qui, probabilmente hai cercato risposte a queste domande su Google e vuoi capire meglio come gestire la tassa di soggiorno per affittare una casa vacanze, un B&B o un’altra struttura extralberghiera.
Tralasciando tutte le imposte da versare che riguardano la struttura ricettiva e l’attività di ospitalità in sé, la tassa di soggiorno è un’imposta comunale che i tuoi ospiti dovranno pagare “attraverso di te”. In pratica, sarai tu a fungere da agente contabile, raccogliendo l’importo e versandolo al Comune. Ogni amministrazione locale ha piena autonomia nello stabilire l’importo e le modalità di pagamento, purché rispettino le indicazioni normative.
Nel 2025, oramai il versamento della tassa di soggiorno per i tuoi ospiti è una procedura prettamente telematica, ma andiamo a chiarire i punti principali sull’imposta di soggiorno, più comunemente chiamata anche tassa di soggiorno.
Prima di continuare a leggere, ti lasciamo qui i nostri modelli gratuiti di ricevuta fiscale, non-fiscale e fattura da scaricare compilando il form qui in basso. Ti saranno utilissimi anche per inserire l’importo della tassa di soggiorno applicata ai tuoi ospiti.
Non riesci a scaricare il modello di ricevuta per affitti turistici? Clicca qui.
Sei un Property Manager e cerchi un software per la gestione dei tuoi affitti brevi? Prova Lodgify gratis per 7 giorni!
Che cos’è la tassa di soggiorno
La tassa di soggiorno è un’imposta comunale progettata per sostenere e migliorare le infrastrutture e i servizi turistici locali, oltre a preservare il patrimonio culturale delle città e dei territori a vocazione turistica.
L’art. 4 del D.lgs. 14 marzo 2011, n. 23 autorizza i Comuni classificati come luoghi d’interesse turistico o città d’arte ad applicare questa imposta. L’importo è calcolato seguendo criteri specifici, come la tipologia della struttura ricettiva, le tariffe applicate e il numero di notti di soggiorno.
Ad esempio, la tassa di soggiorno a Roma per il 2025 sarà diversa rispetto a quella applicata a Venezia, poiché ogni Comune ha autonomia nel definire le proprie regole, pur rispettando i limiti fissati dalla normativa nazionale.
La tassa di soggiorno implica un doppio obbligo: da un lato, i viaggiatori devono effettuare il pagamento della tassa; dall’altro, i proprietari delle strutture ricettive hanno la responsabilità di riscuoterla correttamente e successivamente versarla al Comune di competenza.
Affitti brevi e tassa di soggiorno: cosa sapere
Dal 2017, una modifica al Decreto Legislativo n. 23/2011 ha introdotto l’obbligo di applicare la tassa di soggiorno anche per chi affitta proprietà tramite siti di prenotazione diretta o intermediari come Booking.com e Airbnb. Questo vincolo riguarda non solo le case vacanza, ma anche bed and breakfast, affittacamere e altre strutture non professionali adibite ad affitti turistici.
L’imposta di soggiorno si applica nelle città d’arte e nei luoghi di interesse storico-architettonico, identificati nel Decreto. Tuttavia, è fondamentale sapere che il mancato pagamento della tassa comporta sanzioni amministrative, e in alcuni casi anche penali, sia per i proprietari che per gli ospiti.
L’importo della tassa di soggiorno varia da Comune a Comune. Ogni amministrazione locale può decidere di applicarla in due modalità:
- Come quota fissa per ogni ospite per notte di soggiorno.
- Come percentuale sul prezzo della prenotazione.
In entrambi i casi, l’importo massimo per le case vacanza non può superare il limite di 5 euro a notte. Questo garantisce una certa omogeneità, pur lasciando autonomia ai singoli Comuni nella definizione delle tariffe.
Novità tassa di soggiorno per il 2025: l’anno giubilare
In occasione del Giubileo del 2025, i Comuni avranno maggiore autonomia nella definizione delle tariffe. È previsto un possibile rincaro fino a 2 euro per notte, che si andrà ad aggiungere all’imposta di soggiorno ordinaria.
Ad esempio, il Comune di Napoli, a partire da marzo 2025, ha già annunciato l’introduzione di un incremento legato al Giubileo, che porterà la tassa di soggiorno a un massimo di 7 euro a notte per alcune categorie di strutture ricettive. Questo aumento riflette l’attesa di un elevato afflusso turistico e la necessità di finanziare servizi aggiuntivi durante l’anno giubilare.
È essenziale rimanere aggiornati con il proprio comune sulle nuove disposizioni per applicare correttamente le tariffe e comunicare eventuali aumenti agli ospiti in modo chiaro e trasparente. Prevedere una gestione efficiente della tassa di soggiorno sarà cruciale per garantire conformità normativa e un’esperienza positiva per i viaggiatori ed evitare recensioni negative.
Soggetti esenti dal pagamento della tassa di soggiorno
Ci sono diverse categorie di persone che sono esenti dal pagamento della tassa di soggiorno. In generale, le amministrazioni comunali stabiliscono specifiche esenzioni, che variano in base al regolamento locale. Tuttavia, esistono alcune categorie comuni che godono di questa esenzione:
- Bambini e minori: La maggior parte dei Comuni prevede che i bambini sotto i 10 anni siano esenti dal pagamento, ma alcune località estendono l’esenzione fino ai 14 o 18 anni.
- Persone con disabilità: Chi ha una disabilità certificata, e in alcuni casi anche i loro accompagnatori, è esente dal pagamento.
- Residenti nel Comune: Chi risiede nel Comune dove è ubicata la struttura ricettiva generalmente non è tenuto a pagare la tassa di soggiorno.
- Accompagnatori di persone con disabilità: Di solito, uno degli accompagnatori di una persona con disabilità è esente dal pagamento della tassa.
- Forze armate e personale in missione: Gli appartenenti alle forze armate o altri membri di missioni ufficiali possono essere esentati.
- Autisti e accompagnatori di gruppi turistici: In genere, un autista o una guida turistica ogni 20-25 partecipanti è esente dalla tassa.
- Lavoratori per motivi professionali: Se un ospite soggiorna per motivi di lavoro, spesso è previsto uno sconto o esenzione sull’imposta di soggiorno.
In alcuni casi, i Comuni applicano l’esenzione soltanto in determinati periodi dell’anno, come ad esempio durante la bassa stagione. È quindi importante per i proprietari e i gestori delle strutture ricettive essere sempre aggiornati e informare correttamente i propri ospiti riguardo a tali disposizioni.
Per poter beneficiare di queste esenzioni, è generalmente necessario presentare un documento che attesti il diritto all’esenzione e per il gestore compilare un documento di esenzione sul portale del comune. Queste esenzioni e riduzioni possono variare da Comune a Comune, quindi è importante che i proprietari delle strutture ricettive si informino presso le amministrazioni locali per assicurarsi di applicare correttamente la normativa in vigore.
Come funziona la tassa di soggiorno? Il calcolo
La tassa di soggiorno è un’imposta che non si può evitare se gestisci una struttura ricettiva, ma capire come calcolarla è fondamentale per evitare errori.
Calcolare la tassa di soggiorno è abbastanza semplice. Per determinare quanto i tuoi ospiti dovranno pagare, basta seguire questi passaggi:
- Moltiplica il numero di ospiti per il numero di notti di soggiorno.
- Moltiplica il risultato per la tariffa comunale corrispondente alla tipologia della tua struttura, che può variare da Comune a Comune.Puoi facilmente trovare l’importo esatto consultando il sito del tuo municipio o recandoti presso gli uffici preposti.
Esempio pratico: Immagina che la tariffa di soggiorno per una casa vacanze sia di 2 euro per notte, e che un ospite soggiorni per 3 notti. In questo caso, l’importo da far pagare sarà:
- 1 ospite x 3 notti x 2 euro = 6 euro di tassa di soggiorno
Quindi, come proprietario della struttura, dovrai raccogliere questa cifra dai tuoi ospiti e poi versarla al Comune.
Tassa di soggiorno: obblighi e sanzioni per i proprietari e gestori
Quando si parla di tassa di soggiorno, è importante comprendere appieno gli obblighi legali e le sanzioni a cui i proprietari di strutture extralberghiere, come case vacanze, B&B e affittacamere, sono soggetti.
Chi è responsabile del pagamento della tassa di soggiorno?
Anche se, formalmente, l’ospite è colui che deve pagare la tassa, la responsabilità legale per il versamento della tassa di soggiorno spetta al proprietario o gestore della struttura. Quindi, nonostante sia l’ospite a pagare direttamente l’imposta, sarai tu, come proprietario o gestore, a dover versare il totale al Comune.
Non rispettare l’obbligo di versare la tassa di soggiorno al Comune può comportare sanzioni severe. In caso di mancato versamento della tassa già pagata dagli ospiti o versamento parziale dell’importo, la sanzione prevista varia da 25€ a 500€, secondo l’articolo 7-bis, comma 1, del D.Lgs. n.267/00.
Tuttavia, è fondamentale ricordare che omissioni o falsificazioni nei pagamenti alle autorità competenti non sono solo violazioni amministrative, ma possono costituire un reato penale. Le conseguenze legali per i proprietari che tentano di sottrarsi a questi obblighi vanno ben oltre una semplice multa.
Gestori come “agenti contabili” per la tassa di soggiorno
Dal momento che i proprietari e gestori delle strutture ricettive e locazioni turistiche sono stati qualificati come “agenti contabili”, la loro responsabilità va oltre il semplice incasso della tassa di soggiorno. Infatti, i gestori sono tenuti a trasmettere al Comune un resoconto annuale sull’importo delle tasse riscosse.
Entro il 30 gennaio di ogni anno, dovrai compilare il modello 21 e inviarlo al Comune, dichiarando l’importo complessivo delle tasse di soggiorno riscosse durante l’anno precedente. Questo passaggio è fondamentale per garantire che la tua gestione sia conforme alle normative fiscali e per evitare sanzioni.
Per agire correttamente e in totale legalità, è fondamentale:
- Informare correttamente gli ospiti: assicurati di comunicare chiaramente la tassa di soggiorno agli ospiti, sia che tu trattenga una percentuale sulla prenotazione che se richiedi il pagamento al termine del soggiorno.
- Versare al Comune la somma dovuta: sarai obbligato a dichiarare al Comune, ogni mese, il numero di ospiti e il totale delle notti soggiornate.
Entro il 15 del mese successivo, dovrai presentare il modulo di dichiarazione, che include:- Il numero di ospiti
- Il numero totale di notti
- L’imposta dovuta
- Gli estremi del pagamento effettuato
- Compilare il modello 21: ogni anno, ricordati di trasmettere entro il 30 gennaio il modello 21 al Comune, dichiarando l’importo totale della tassa di soggiorno riscossa nel corso dell’anno precedente.
Cosa succede se l’ospite si rifiuta di pagare la tassa di soggiorno?
Se un ospite decide di non pagare la tassa di soggiorno, il proprietario o gestore della struttura non rischia sanzioni, poiché la responsabilità del pagamento dell’imposta è comunque a carico dell’ospite stesso.
Tuttavia, l’ospite che rifiuta di pagare la tassa di soggiorno si espone a delle sanzioni amministrative che variano tra i 25€ e i 500€, a seconda del regolamento del Comune.
Cosa fare in caso di rifiuto della tassa di soggiorno
In una situazione in cui un ospite si rifiuta di pagare la tassa di soggiorno alla struttura, è importante che il proprietario faccia firmare all’ospite un apposito modulo predisposto dal Comune. Questo documento attesta che l’ospite si assume la piena responsabilità per il mancato pagamento dell’imposta. In tal modo, l’ospite accetta legalmente la propria responsabilità nel caso in cui venga sanzionato dalle autorità locali.
Il gestore della struttura, invece, dovrà comunque garantire che l’ospite sia adeguatamente informato sul pagamento della tassa di soggiorno, sia al momento della prenotazione che al check-in, evitando equivoci che potrebbero portare a rifiuti di pagamento.
Tassa di soggiorno in Italia: durata e importi
La tassa di soggiorno in Italia viene generalmente applicata per un massimo di 10 notti consecutive. Tuttavia, l’importo e la durata esatta della tassa variano a seconda del Comune e del tipo di struttura ricettiva, poiché ogni amministrazione locale ha la libertà di stabilire le proprie modalità di applicazione. Pertanto, le città possono avere durate diverse e importi che differiscono a seconda delle categorie di strutture ricettive e della località.
Qualche esempio:
Nella città di Roma la tassa di soggiorno per una notte in un alloggio per uso turistico o immobili destinati alla locazione breve arriva fino ai 6€.
Nella città di Venezia la tariffa della tassa di soggiorno per un soggiorno in una casa vacanza può variare dai 2€ ai 4€ in base ai “leoni” della struttura https://www.lodgify.com/blog/it/tassa-soggiorno-venezia/
Nella città di Milano la tassa di soggiorno per una notte in un b&b è di 6,30€ per il 2025
A Napoli, la tassa di soggiorno per una notte da marzo 2025 in un B&B, case vacanza, appartamenti vacanze, affittacamere, ostelli arriva a 4,50€.
Cosa devi ricordare per essere in regola con la tassa di soggiorno
In conclusione, per evitare problemi legali e amministrativi legati alla tassa di soggiorno, è essenziale che i gestori di strutture ricettive siano sempre in regola.
- Verifica le generalità dei tuoi ospiti;
- Calcola correttamente l’importo dovuto in base alla categoria della tua struttura e le tariffe comunali;
- Conserva tutte le ricevute per almeno 5 anni;
- Resta aggiornato sulle normative locali, in quanto potrebbero esserci modifiche durante l’anno.
Con queste accortezze, gestire la tassa di soggiorno sarà semplice e sicuro per evitare spiacevoli sorprese e garantire il rispetto delle leggi comunali.
7 giorni per testare gratis tutte le funzionalità del gestionale Lodgify per affitti brevi! Cosa aspetti? Accedi alla tua prova gratuita qui.